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Le nostre riflessioni - Domenica delle Palme

Immagine del redattore: Don G. MartiniDon G. Martini

Con il suono delle campane delle Chiese e il sole che splende nell’aria della primavera, mi chiedo come “entro” in questa Settimana Santa. Paradossalmente, in questi giorni chiusi in casa, penso di più e spesso alla creazione di Dio, in particolare alla bellezza della nostra terra e del cielo. Dentro di me c’è questa grande voglia di uscire e camminare. E questa è la Speranza dentro tutti noi. Ora che viviamo una vita meno frenetica, possiamo riflettere ed ascoltare interiormente. Dall’Antico Testamento, leggiamo "Nel giorno in cui Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio ..." (Gn 5,1). Se io sono stata creata ad immagine e somiglianza di Dio, ho bisogno di “entrare” a Gerusalemme con Gesù in un certo modo – con obbedienza, umiltà ed anche gioia. Nei Vangeli ci identifichiamo con i discepoli di Gesù. Tradiamo gli altri con le nostre parole, ci nascondiamo nella nostra paura e, a volte, portiamo la Sua croce, come le persone che in questi giorni lavorano ininterrottamente per salvare le nostre vite sacrificando le loro vite, per cercare di sconfiggere questo nemico invisibile. Noi capiamo da loro che dobbiamo “entrare” ieri, oggi, domani, sempre con Gesù. E’ un cammino che non ha un “tempo.” Come dice Abate Jeremy Driscoll, OSB” ... perché ora siamo in piedi nella stessa ora e siamo in quell'ora perché ora Lui viene da noi. Beato chi viene! " E quello che succede a noi quando siamo alla Messa e acclamiamo il gioioso inno di lode e di ringraziamento. Così oggi, uniamoci e cantiamo nei nostri cuori “Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell’alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell’alto dei cieli.”

Buona domenica!

Amy

 

In vista della passione e morte

Senza riti e liturgie, nella semplicità dei gesti, Gesù fa il suo ingresso a Gerusalemme per la pasqua, ultima tappa del suo umano cammino. Egli avanza in mezzo alla “folla, numerosissima” (Mt 21, 8) e alle grida (Mt 21, 9). La folla lo accoglie osannante, mentre la passione e la morte sono ormai vicine e Gesù ne è cosciente. Sa bene che di lì a poco quella folla gli si rivolgerà contro e che gli stessi discepoli lo abbandoneranno. I vangeli sinottici sono concordi nel sottolineare che è lo stesso Gesù a dare ai discepoli precise indicazioni per il suo ingresso in città.

Una riflessione

Leggendo e meditando questo brano, sapendo poi come sono andate a finire le vicende (è inevitabile!), è impossibile non identificarci in Gesù e in tutti i poveri cristi che oggi come ieri subiscono violenza, umiliazione e morte. In questo periodo di epidemia i mezzi di comunicazione ci inondano quotidianamente di numeri e di statistiche dei contagiati dal virus e delle morti, quasi sempre avvenute nell’abbandono forzato. Non possiamo non immedesimarci in queste immagini, così come non possiamo non commuoverci di fronte alle vicende di Gesù, dapprima osannato dalla folla e dopo tradito da Giuda, rinnegato da Pietro e abbandonato dai suoi stessi discepoli.

Coscienti da una parte del rischio di leggere la realtà del mondo in maniera sentimentale e di banalizzarla relegandola nell’esclusiva sfera intimistica, dall’altra riteniamo giusto reclamare il nostro diritto, di cittadini e di fedeli nella sequela di Gesù, di vivere la vita alla luce del contributo del cuore, nel senso di farci compagne e compagni a coloro che incontriamo nel nostro cammino, di passione e di morte, di giustizia e di risurrezione.

Angiolina&Paolo

 

Osservo l'ulivo benedetto dell'anno scorso, portato a casa e ficcato dietro al quadro che rappresenta la Santa Famiglia. Era gia' reciso. Ora e' secco. Non avverto la mancanza del rito di questa domenica, ma dell'idea di pace che pensavo di portare a casa con questo ramoscello. Vanita' delle vanita'?

Eppure il messaggio piu' forte di pace che quest'anno, in questa domenica delle Palme oggi portero' in casa e' l'immagine di Papa Francesco solo, sotto la pioggia nella Piazza San Pietro vuota, che si avvia verso I segni indelebili di questa Pasqua 2020: la nostra paura, la nostra solitudine, il nostro smarrimento.

Potevamo chiedere di piu' per condividere quello che hanno provato I discepoli di Gesu' dopo il suo arresto, la sua condanna e l'esecuzione? Buona settimana santa a tutti!

Carlo

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